Roma, 10 maggio 2013 - Per una migliore comprensione delle note vicende relative alla Lotta nel programma olimpico, pubblichiamo la lettera che il Presidente Federale Matteo Pellicone ha inviato al Presidente della Federazione Internazionale Lotte Associate (FILA) Lalovic, ai Membri del Comitato Direttivo ed a tutte le Federazioni Nazionali affiliate alla FILA.
"Caro Presidente, cari amici,
poiché tra pochi giorni il Congresso dovrà decidere quale strategia adottare per il ritorno della Lotta nel programma olimpico, ritengo opportuno, considerata la ristrettezza del tempo ormai a disposizione, farvi giungere le seguenti riflessioni:
- ormai è consolidato il convincimento che la decisione del Comitato Esecutivo del CIO non è stata determinata da un esame obiettivo delle varie discipline sportive, ma da interventi di gruppi di pressione agevolati dal sistema del voto segreto;
- non è assolutamente credibile che la Lotta sia al 26° posto tra le discipline sportive esaminate dal Comitato Esecutivo del CIO, secondo parametri che possono riguardare: Federazioni Nazionali affiliate, numero di praticanti, Paesi presenti alle Olimpiadi, valore educativo della disciplina, interesse dei media, audience televisiva, ecc. La FILA ha il diritto di conoscere la graduatoria dei 26 sport esaminati, con i relativi punteggi parziali e totali ed il CIO ha il dovere di renderla pubblica in omaggio alla trasparenza ed alla purezza dei suoi atti;
- la FILA non si è sentita minacciata dalla riduzione degli sport principali da 26 a 25, così come non si sono sentiti minacciati sport come l’Atletica, il Pugilato, la Scherma, ecc. La lettera di elogio inviata al Presidente della FILA il 16/08/2012 a firma del Sig. Gilbert Felli (coordinatore della Commissione responsabile del Programma Olimpico) e del Sig. Christophe Dubi (Direttore Sportivo del CIO) conferma ampiamente questo convincimento;
- è stato colpevolmente ignorato il fatto che la Lotta assieme a poche altre discipline (atletica, pugilato, pancrazio, ecc.) è stata presente per oltre mille anni ai Giochi Olimpici dell’antichità e che togliendola dal programma si snaturano le Olimpiadi. L’Inno Olimpico, composto da Spiro Samara su testo di Kostis Palamas, recita che l’atleta “nel correre, nel lottare, nel lanciare…..”;
- la decisione del Comitato Esecutivo è stata politicamente miope perché non ha tenuto conto dell’importanza della Lotta per due delle tre città candidate ad organizzare i Giochi del 2020: Tokio e Istanbul;
- il CIO in questo momento è in difficoltà, perché sa di aver commesso un grave errore. La reazione dell’opinione pubblica mondiale è stata molto forte e da più parti si accusa il CIO di privilegiare gli aspetti mercantili e di non avere la forza di contenere le lobby;
- sarebbe stato opportuno e necessario, dopo la riunione di Phuket, convocare il Bureau a Corsier, alla fine di marzo, per discutere ed approvare la strategia da seguire per la difesa del nostro sport, bastonato ingiustamente. Ma non è stato fatto ed è stata persa una preziosa occasione per discutere e decidere insieme sulle cose da fare;
- la proposta che è emersa nel tuo colloquio con il Sig. Christophe Dubi è di eliminare la seconda medaglia di bronzo e di ridurre il numero degli atleti da qualificare alle Olimpiadi. Questa, a mio giudizio, è la peggiore di tutte le soluzioni possibili, perché danneggerebbe tutte le Federazioni Nazionali, con l’eccezione della Russia e di altre 4/5 Federazioni forti. Infatti molti Paesi correrebbero il rischio di non qualificare atleti ai Giochi, con conseguente e pesante riduzione delle risorse finanziarie (contributi e sponsor);
- tutti gli sport di combattimento (il Pugilato con 13 categorie di peso, il Judo con 14 categorie e il Taekwondo con 8 categorie) hanno due medaglie di bronzo. Guardando i risultati di Londra Paesi come la Francia, la Turchia, la Polonia, la Spagna, la Mongolia, la Colombia, la Lituania e la Repubblica Democratica di Korea, correrebbero il rischio di non prendere alcuna medaglia;
- le proposte di modifica delle regole che sono circolate fino ad oggi confermano che le idee sono poche, nessuna nuova e risolutiva, mentre è molto diffuso l’inutile ritornello: “dobbiamo modernizzare la Lotta e renderla più spettacolare”. Il risultato è che negli ultimi 20 anni, più volte, autorevoli membri del CIO hanno ipotizzato l’eliminazione di uno stile di lotta, arrecando danno e umiliazione al nostro sport, perché ritenevano assurdo tenere nel programma olimpico due discipline molto simili;
- al punto in cui ci troviamo credo che la strada da percorrere sia quella di chiedere al Presidente Rogge ed al Comitato Esecutivo di proporre alla Sessione del CIO di Buenos Aires una raccomandazione per portare da 25 a 26 gli sport principali e di elevare da 28 a 29 il tetto massimo delle discipline da includere nel programma olimpico, limitatamente al 2020. Con questa decisione la Lotta entrerebbe automaticamente nel programma olimpico;
- per ottenere ciò bisogna offrire qualcosa di importante al CIO, per metterlo in condizione di poter modificare la sua strategia. L’unica strada totalmente nuova è quella della unificazione dei due stili di Lotta portando a 8/10 le categorie di peso per gli uomini ed a 6 quelle delle donne;
- la divisione in 6 categorie di peso per le donne è fisiologicamente giusta, così come 8/10 categorie per gli uomini. Inoltre va tenuto conto che la diffusione della lotta tra le donne ha un rapporto di 1 a 10 con gli uomini;
- va, infine, aggiunto il dimezzamento del numero degli arbitri da impiegare ai Giochi Olimpici e la riduzione delle giornate di gara. Per quanto riguarda, invece, il numero degli atleti da qualificare, va conservato per intero, per poter aumentare di qualche unità quello delle singole categorie,così come vanno assolutamente conservate le quattro medaglie;
- una proposta così articolata se portata avanti con convincimento ed energia ha buone probabilità di successo e risolverebbe in maniera definitiva il “problema” della Lotta;
- un solo stile di Lotta avrebbe il grande vantaggio di essere più facilmente propagandato, di essere più facilmente inserito in tutte le manifestazioni multidisciplinari e consentirebbe di dedicare tutte le risorse finanziarie delle Federazioni Nazionali, che non sono molte, alla sua promozione;
- per unificare i due stili bisogna partire dalla Lotta greco-romana arricchendola con le tecniche delle Lotta stile libero e, forse, anche con quelle di altri stili di Lotta tradizionali o moderne. Si potrebbe creare uno stile di grande pregio e altamente spettacolare, che si potrebbe continuare a chiamare “Lotta greco-romana” o “Lotta olimpica” o semplicemente “Lotta”. La Lotta degli antichi Greci non aveva i limiti che abbiamo imposto alla Lotta greco-romana;
- la concorrenza tra gli sport di combattimento è elevatissima e noi per sopravvivere dobbiamo offrire un prodotto di qualità proiettato verso il futuro e stabilmente inserito nel programma olimpico. Queste sono le due condizioni per la sopravvivenza dello sport che amiamo ed a cui abbiamo dedicato tante energie.
Confido molto che questo mio messaggio possa trovare adeguata accoglienza in tutti voi e, in attesa di incontrarvi a Mosca, sono lieto di inviarvi i miei più cordiali saluti.
Matteo Pellicone"