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Ostia, 24 novembre 2009. Per oltre vent’anni, Rusty Kanokogi ha lottato affinchè il judo femminile fosse ammesso nel programma olimpico, riuscendovi nel 1984. Ritenuta per questo la madre del judo femminile, Rusty Kanokogi è morta sabato nel Lutheran Medical Center di Brooklyn in seguito alle complicazioni di un mieloma multiplo. Aveva 74 anni. Nata il 30 luglio 1935, Rena Glickman è cresciuta vicino a Coney Island e venne soprannominata Rusty per la sua amicizia con il cane randagio locale che portava quel nome. Nell’agosto di quest'anno Rusty Kanokogi ha ricevuto una medaglia d’oro, che 50 anni fa le era stata tolta per essersi travestita da uomo pur di competere ai campionati YMCA. La battaglia per la parità dei sessi nel judo di Kanokogi era iniziata infatti nel 1959, quando lei e il suo club si iscrissero ai campionati YMCA a Utica (N.Y.) e sebbene le donne non fossero state esplicitamente escluse, lei si tagliò i capelli corti e si fasciò il petto. Quando giunse il momento di ricevere la medaglia, dopo aver vinto il suo incontro, l'organizzatore del torneo le chiese se era una donna. Lei annuì, e lui le ritirò la medaglia. «Se avessi detto di no» spiegò Kanokogi (7° dan) in un'intervista in febbraio «non credo che il judo femminile sarebbe arrivato alle Olimpiadi. Instillò in me un sentimento che nessuna donna vorrebbe mai provare». Nel 1980, Kanokogi ipotecò la sua casa per contribuire a finanziare il primo campionato del mondo di judo femminile che si disputò al Madison Square Garden di New York e che registrò, fra l’altro, la conquista del primo titolo iridato azzurro con Margherita De Cal (+72 kg) ed i secondi posti di Laura Di Toma (61 kg) e Anna De Novellis (48 kg). Nel frattempo altre donne di primo piano nello sport iniziarono a seguire l'azione di Rusty «Diede anche a me una spinta straordinaria - ha detto Billie Jean King, leggendaria tennista e amica della Kanokogi fin dal 1970 - avrebbe potuto convincere la gente a fare qualsiasi cosa». Dai primi anni 1980, Kanokogi spinse per l’inserimento del judo femminile nel programma olimpico, ci riuscì nel 1984 quando entrò come sport dimostrativo a Los Angeles e poi, a pieno titolo ai Giochi di Seul nel 1988, dove Kanokogi fu presente come allenatore degli Stati Uniti. Nonostante le grandi conquiste per le donne nello sport, Kanokogi ha sempre rifiutato l'etichetta di femminista. L’ha fatto per il judo. «Non aveva nulla a che fare con la biancheria intima – disse - sapevo che le donne erano in grado di competere e quindi perché non avrebbero dovuto avere questa opportunità?» Per Kanokogi, è valsa la pena combattere.
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