Budapest, 31 agosto 2017. “È fantastico anche se la finale non l’ho vinta. Ho avuto troppi infortuni in passato, ho trascorso dieci anni senza una medaglia ai campionati del mondo, pertanto combattere questa finale è stata la miglior performance di tutta la mia vita. Alle Olimpiadi ho combattuto per la medaglia di bronzo e oggi ho potuto combattere per l’oro. Mi sento davvero molto felice e non riesco ancora a credere che sia tutto vero”. Sono queste le prime parole pronunciate da Matteo Marconcini pochi minuti dopo la premiazione del campionato del mondo di judo. Laszlo Papp Arena, Budapest, categoria 81 kg. È tutto vero! E l’Italia è ritornata su quel podio mondiale che mancava ormai da tanto, troppo tempo. Ci ha pensato lui, Matteo Marconcini, 28 anni compiuti pochi giorni fa, il 26, e quella lacuna è stata finalmente rimossa. Che gara straordinaria! Mrvaljevic, Bottieau, Ungvari, Otgonbaatar, Mollaei, superati, sconfitti, battuti. Uno dopo l’altro, un colpo al cuore ogni volta. “Dopo il quarto di finale mi sono detto, oggi vinco! È la mia giornata” ha detto invece il tedesco Aleksander Wieczerzak. Una sensazione che abbiamo avuto anche noi, vedendolo avanzare in un tabellone proibitivo, iniziato con Valois-Fortier e poi Khubetsov, Erihemubatu, Csoknyai, Khalmurzaev. Sì, è stata la sua giornata. E ha sconfitto anche il nostro Matteo, che gli ha stretto la mano ed abbracciato al termine della finale. Una finale che l’Italia attendeva dal 2005 e, finalmente, ha ritrovato. “La ciliegina sulla torta! Certo è mancato il titolo – ha detto felice il coach Roberto Meloni – ma questa medaglia significa tanto. Anche per me, perché è la prima da allenatore ed arriva a dieci anni esatti dalla medaglia ai mondiali che vinsi a Rio. Matteo ha fatto una supergara, come alle Olimpiadi, ha grandi potenzialità e le ha espresse tutte. Lui che è un introverso, un ragazzo sensibile, un ragazzo che sa uscire dai problemi che, anche in questo caso non l’hanno abbandonato. Ha avuto una piccola infiammazione al pube, l’abbiamo curata, gestita e siamo riusciti ad essere qui così, come avete potuto vedere. La Federazione, lo staff, il Centro Sportivo Carabinieri sono stati importanti, fondamentali, decisivi. Tutti! e ce l’abbiamo fatta. È uno splendido messaggio per tutti i giovani che amano il judo, perché con la fatica, i sacrifici, il lavoro di squadra si può raggiungere qualsiasi risultato. Grande gara, grande Matteo!”. Purtoppo la giornata vissuta da Edwige Gwend e da Antonio Esposito è stata diversa, resa amara dalle sconfitte patite con la polacca Agata Ozdoba, che poi si è messa al collo la medaglia di bronzo e dal portoghese Anri Egutidze, che hanno fatto sfumare anzitempo ogni ambizione. “Non ero io – si è rammaricato Antonio Esposito – è per questo che sono dispiaciuto. Lui è stato bravo, ma io normalmente aggredisco, invece ero bloccato. Anche l’emozione, certo, ma sento che ho bisogno di gareggiare di più, di prendere maggiore confidenza con questa categoria. Io ci sono!”. Grande la soddisfazione per il Presidente Domenico Falcone ed il Segretario Generale Massimiliano Benucci, che sono corsi ad abbracciare Matteo Marconcini appena è stato possibile raggiungerlo, al termine della premiazione e che il vicecampione del mondo ha ricambiato con un abbraccio, che ha sollevato entrambi ad un metro da terra. Domani sarà il momento di Assunta Galeone, 78 kg, primo incontro poule A, la sfida con la coreana Park sarà tutta da vedere.
SuperMatteo Marconcini! Come splende il suo argento mondiale!
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