Presentiamo nei nostri spazi web un commento alla World Cup di Varsavia del febbraio scorso, scritto dal DT Felice Mariani, quale sottolineatura prestigioso ed importante risultato ottenuto da Elio Verde nella categoria 60 chilogrammi. L’articolo di Mariani sarà completato da un’intervista video che comparirà nei prossimi giorni nel sito www.fighting-promotion.com, nel corso della quale il DT condividerà con quanti si collegheranno on line le sue emozioni e il suo pensiero sull’azzurro delle Fiamme Oro e sugli altri atleti della nazionale. “Italia!!! Italia!!” Le volte del Palazzetto dello Sport rimbombano per l’incitamento ritmato e caloroso del pubblico. Sento un brivido percorrermi la schiena, sono commosso ed esaltato. Migliaia di spettatori attendono l’inizio del golden-score che potrebbe portare alla vittoria il judoka azzurro Elio Verde opposto all’ostico armeno Davtyan. Perché vivo un momento di così intensa felicità? Per tanti motivi. Il primo è riferito alla circostanza che non ci troviamo in Italia ma a Varsavia.ed io non ho mai visto una cosa simile,La gente fa il tifo per Elio perché l’incontro lui l’aveva già vinto, con un gaeshi chiarissimo, visto dai tre arbitri e poi annullato dalla commissione arbitrale intervenuta inducendo i giudici di gara ad annullare l’ippon. Perché Verde è giunto alla finale per l’oro con una serie di quattro vittorie(due per wazari due per ippon) dopo quattro incontri condotti con intelligenza, senza mai subire un koka. Perché l’Azzurro gareggia in una categoria, quella dei 60 chili che mi è personalmente cara e nella quale io stesso ho militato. Perché proprio nella World Cup di Varsavia(allora Torneo di Varsavia) colsi nell’anno1974, diretto da Nicola Tempesta, il mio primo successo internazionale, senior, da junior, battendo il magiaro Jozsef Tuncsik che ai Giochi di Montreal 1976 condivise con me la medaglia di bronzo. Perché alla Polonia mi sento legato da una affinità quasi sentimentale: non dimentico mai che nell’Inno Nazionale polacco si cita l’Italia e nell’Inno di Mameli si parla della Polonia, come Nazione a noi storicamente legata. Perché in Polonia iniziò la pratica del Judo quel Francesco Lepre che in seguito, con i colori dell’Italia , avrebbe disputato due edizioni dei Giochi Olimpici e vinto un titolo di campione europeo. Perché accanto a me c’è il team azzurro i colleghi di Elio, un gruppo che entusiasma per la coesione e determinazione, squilla,il telefono di Dario Romano,è Luigi Guido che, è a Praga con la squadra femminile in ansia per il verdetto. “Italia!!!Italia!!!”: il grido si leva ancora deciso quando hanno inizio i tre minuti fatali. Siamo arrivati al momento della verità senza appello, quello dell’hantei. La soddisfazione di vedere un nostro atleta agire con determinazione, con cuore, con raffinatezza tattica, con perfezione tecnica con supremazia fisico atletica mi rende così tranquillo che non vivo neanche la tensione che precede il verdetto. I tre arbitri alzano tutti la bandiera che sancisce il successo di Elio Verde: lui si porta la mano sul cuore, si inchina, ringrazia. Io sono fiero di lui, un Italiano vero, un grande combattente. E sono fiero di essere Italiano anch’io: tante volte sottovalutiamo i nostri meriti e virtù, in uno sciovinismo a rovescio. Per questo motivo ho voluto scrivere questa inconsueta testimonianza, per rendere tutto il mondo del nostro judo partecipe di un momento di grande apprezzamento della scuola italiana. Felice Mariani
Elio Verde, Un Italiano Vero: parola di Felice Mariani
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